Experience

La Deejay Ten vista con l’occhio di una pacer

10 Ottobre 2016

A volte, succede. Succede che la vita prenda una piega inspiegabile portandoti a fare quello che mai avresti immaginato. Sei anni fa, il 3 ottobre 2010, correvo la mia prima Deejay Ten (in realtà Five!). Faceva freschino, era il mio esordio assoluto in una gara perché avevo cominciato a corricchiare solo da qualche mese. Non sapevo come vestirmi e mi ero infilata addosso una giacca antipioggia, di quelle in cui potresti morire soffocata, non avevo un gps e usavo un Toy Watch camouflage fucsia per tenere sotto controllo il tempo… (Antonio Capasso mi ha immortalata nella foto qui sotto)

Deejay Five 2006

Ero una runner improbabile, insomma, e inconsapevole che dentro di me si stesse per insinuare il demone della corsa con tutti i suoi annessi e connessi, ovvero il fremito che si percepisce nel posizionarsi alla griglia di partenza, l’adrenalina del via e la gioia indescrivibile che si prova tagliando il traguardo. Ma sicuramente avevo già l’entusiasmo, quell’entusiasmo che mi ha portata a innamorarmi di questo sport e che ieri mi ha guidata nel correre la mia prima Deejay Ten come pacer.

Sulla responsabilità di essere pacer, avevo già scritto questo post. Oggi vorrei, invece, parlare della gioia di essere pacer. Un’esperienza che ho vissuto insieme ai ragazzi del Nike Run Club di Milano, che ieri si sono schierati con me alle 9 del mattino nelle griglie battute da un vento frizzantino e che hanno accompagnato, sempre e solo per la passione di cui sopra, i corridori al raggiungimento del loro obiettivo.

Gioia per aver corso la prima 10k senza nemmeno essermi accorta di correrla, perché passata concentrandomi sugli altri e non su me stessa, incitando e motivando le persone che mi stavano intorno. Gioia per le parole di gratitudine ricevute, tagliando il traguardo con il sorriso e sollevando le braccia di chi avevo accompagnato in questa ora di condivisione. Gioia per tutti i cinque che ho battuto aspettando all’arrivo centinaia di persone insieme agli altri pacer. Gioia perché, per la prima volta nella mia breve esperienza di runner, avevo aiutato qualcuno a raggiungere un obiettivo, dopo essere stata tante volte aiutata dagli altri durante gare e allenamenti.

E, di mezzo, c’era sempre lei, la Deejay Ten. Quella prima gara che, sei anni fa, mi ha avvicinata alla corsa e che penso abbia aiutato molte di quelle 30 mila persone, riunetisi ieri nel centro di Milano, a imparare ad apprezzare ancora di più questo sport. Uno sport che ha mille sfaccettature, dall’agonismo al puro divertimento. Con la libertà, accordata a ciascuno, di scegliere quella che più gli si addice.

duomo

Io e Roberto

 

 

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