Experience

La lavatrice sportiva [e il mio alter ego di casalinga disperata]

18 Novembre 2016

Sudore è una parola che faccio quasi fatica a pronunciare. La trovo très vulgaire, come direbbe Carla Bruni. Da quando corro, però, ho dovuto per forza di cose fare i conti con questo aspetto del mio io, che finora ero riuscita a tenere a bada. Correre fa sudare. Sudare è sinonimo di fatica. Fatica e sudore sono sinonimo di panni sporchi. Panni sporchi sono sinonimo di grandi lavatrici e lotte all’ultimo calzino steso.

Fatta pace con il sudore, la lavatrice sportiva è diventata per me un rituale sacro. Qualcosa a mia esclusiva gestione nell’ambito delle dinamiche domestiche. La donna delle pulizie fa il bucato bianco, mentre io sono le regina del lavaggio sportivo. Ho capito, infatti, che per lavare bene ci vogliono tecnica ed esperienza e che non basta solo una buona lavatrice di ultima generazione.

Questi sono i miei suggerimenti, maturati nel tempo e a furia di danni, per un bucato sportivo perfetto.

La prima cosa da fare è esercitare il controllo sul vostro bucato… Bisogna svuotare bene tutte le tasche da tabelle scritte su post it improvvisati, da fazzolettini di carta consumati, dalle chiavi di casa, da barrette smangiucchiate, santini e reliquie varie. Insomma da tutto quello che vi portate dietro quando correte…

Se avete fatto una gara, ricordatevi di staccare il pettorale. Sicuramente avrete tolto la maglia in fretta e furia e l’avrete appallottolata nella sacca dimenticandovi il pettorale attaccato. Attenzione! Le spillette usate per appuntarlo sono tremende e lasciano subito segni di ruggine sui vestiti. Tra l’altro, il pettorale stesso rischia di sbriciolarsi insieme al bucato, appiccicandosi ovunque.

Se avete corso una campestre o una mud run, abbiate l’accortezza di sciacquare i capi prima di metterli in lavatrice. Oltre a distruggere i filtri, fango ed erba rimangono tenacemente attaccati ai vestiti che manco ve li avessero appiccicati addosso con la colla del bisonte.

Chiudete bene guanti, cappellini e tutto ciò che ha uno strap. Il rischio è che le malefiche zigrinature vengano a contatto con il vostro completino da running più costoso tirandone tutti i delicatissimi fili e producendo l’effetto di un collant smagliato.

Occhio alla temperatura. Se lavate tutto a 30 gradi sarete in una botte di ferro. Il bello dell’abbigliamento sportivo è il potersi sbizzarrire con i colori (provate a dirmi che non avete un guardaroba molto vivace…). Quindi, facendo il bucato a bassa temperatura, non correrete il rischio di macchiare i capi dei colori dell’arcobaleno.

Scegliete un buon detersivo. Per pulire i capi sportivi non basta un normale detersivo da bucato. Da anni, uso la linea Sportswear di Nuncas. Mi piace pensare che, magicamente, faccia sparire ogni odore dall’abbigliamento tecnico. Cosa che accade realmente. Il bucato, tolto dalla lavatrice, ha quel magico profumo di pulito che mi riporta all’infanzia. In più, adoro fare la sciura e andarmelo a comprare nella loro boutique in via Madonnina, nel cuore di Brera, dove mi hanno fatto anche la tessera punti. Trovo la cosa così chic!

L’ultima novità della gamma è Deobag, un deodorante per borse sportive e borse porta attrezzatura. Il suo profumo elimina i cattivi odori e garantisce un effetto deodorante persistente. Realizzato in materiale idrorepellente, non macchia i tessuti. Basta posizionare la Deobag libera all’interno della borsa da deodorare o appenderla a un gancio o a una cerniera interna. Et voilà, il gioco è fatto.

Sono matta? Forse un po’. Di sicuro, mi sento una runner-casalinga disperata e la cosa, devo dire, non mi dispiace affatto.

prove generali di bucato

NUNCAS_SPORTSWEAR DEO BAG

 

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