Ma c’erano 35 gradi e io non avevo portato nulla per farlo.
Ci sono tornata ora, allo Standard nel Meatpacking.
Adoro questo quartiere e il West Village perché sono un angolo di Manhattan vivo e cool.
Dove c’è la High Lane, che avevo visto ancora in costruzione a una festa di Calvin Klein, la sera che ero atterrata alla mia prima fashion week. Ricordo che avevo un sonno bestiale a causa del jet lag, compensato però da un’adrenalina pazzesca.
Dove c’è Magnolia Bakery, che mi fa pensare sempre a Sex and the city e, proprio lì accanto, il negozio di Marc by Marc Jacobs, che ho svaligiato comprando carrettate di oggetti inutili ma bellissimi.
Tra cui un paio di stivali di gomma da pioggia che pesavano più del mio intero bagaglio!
Dove abbiamo dormito, in una townhouse sulla Eight avenue, quando Dario ha fatto la Maratona nel 2011 (l’ultima visto l’uragano dello scorso anno).
Da allora sono passati quasi due anni e proprio allora ho cominciato ad avere voglia di correre sul serio.
Io spettatrice con Chiara mora accanto e due cappelli giganteschi in testa, presi in una birreria di Dublino, per farci vedere in mezzo alla folla.
Lì con una macchina fotografica in mano e con una telecamera, terrorizzate dal pensiero di perdere l’istante in cui Dario tagliava la linea d’arrivo.
Giornata splendida, emozioni pure.
Chissà se farò mai una maratona. Certo è che, se deciderò di cimentarmi, sarà La maratona.
Solo New York potrebbe motivarmi abbastanza. Perché l’ho vista e so cos’è.
Perché il tifo è speciale e c’è dal primo all’ultimo km.
Perché New York è New York e, il giorno dopo la gara, vai a farti incidere il risultato sulla medaglia alla Niketown sulla Fifth avenue. Tu con altre centinaia, migliaia di persone con cui hai condiviso questa esperienza unica, che rimarrà nella tua mente e nel tuo cuore per sempre.
Già mi vedo, con la maglietta sponsorizzata dal mio blog!!!
Per ora però c’è la mezza. Forse sarà Londra, Run to the beat, tra qualche mese.
Intanto, oggi io voglio andare a correre qui in zona.
Trovare la pista ciclabile sull’Hudson e sognare il ponte di Verrazzano…
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