Correre per affermare la forza e il coraggio delle donne e per testimoniare che è possibile resistere a ogni forma di violenza. E’ questo il messaggio di cui vuole farsi portavoce Ivana Di Martino, protagonista di Rexist run-Ultramarathon record, una corsa di 700 chilometri in otto giorni da Ventimiglia, al confine con la Francia, fino a Muggia, cittadina alle porte della Slovenia, che prenderà il via il 10 maggio.
Di Ivana gli appassionati di corsa ricordano altre imprese come 21 volte donna ma forse non tutti sanno che fu lei la protagonista dell’aggressione avvenuta esattamente sei mesi fa lungo uno dei Navigli di Milano. Episodio che fece sollevare una richiesta corale di maggiore sicurezza nella città per tutti coloro che praticano sport all’aria aperta ma non solo.
Dopo quanto successo, Ivana ha trovato la forza di reagire e di usare una sua passione per raccontare una storia di rinascita. “La corsa mi ha accompagnata in tutte le tappe dell’esistenza”, ha spiegato la runner, “Attraverso Rexist run voglio fare capire che tutto quello che di brutto può succedere nella vita può diventare una risorsa ed essere utilizzato per resistere, ripartire e affrontare il futuro con rinnovata speranza”.
Costruita per attraversare l’Italia da ovest verso est, ovvero simbolicamente dal tramonto all’alba, l’impresa toccherà cinque regioni e nove città, Finale ligure, Camogli, Borgo Val di Taro, Viadana, Legnago, Spinea e Lignano Sabbiadoro fino a concludersi, il 17 maggio, a Muggia.
Ad accompagnare Ivana nella sua corsa, oltre ovviamente a tutti coloro che vorranno affiancarla in alcuni tratti del percorso, l’impegno a favore di Dynamo camp, associazione di cui è ambasciatrice. Attraverso il sito rexistrun.it e quello della onlus, ciascuno potrà partecipare fino al 24 maggio alla raccolta fondi per il primo camp di terapia ricreativa italiano, nato per ospitare gratuitamente bambini e ragazzi con patologie gravi e croniche per periodi di vacanza e svago.
“Per i ragazzi che Dynamo Camp ospita, la resistenza all’esistenza è fondamentale: loro lottano per esistere e per resistere alla malattia. La mia corsa vuole essere un contributo al loro sforzo e un sostegno in più per combattere”, ha concluso la runner.
Un duplice invito a reagire e a dire ad alta voce, ancora una volta, che non vogliamo più avere paura.
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