Le donne sono più brave degli uomini nella corsa su lunga distanza. A sostenerlo non è una femminista posseduta dal sacro fuoco del jogging bensì una dettagliata ricerca danese, frutto dell’analisi approfondita dei risultati di 131 maratone svoltesi in tutto il mondo tra il 2008 e il 2014. Secondo l’analisi, le donne sono in percentuale del 18,61% migliori degli uomini nel correre a una velocità controllata e significativa, sulla base del confronto dei risultati della parte iniziale e di quella finale delle competizioni. Anche se, per ovvie ragioni genetiche, il tempo medio di conclusione della gara per gli uomini è di 4:21:36 mentre quello del gentil sesso è di 4:41:27, con uno scarto di circa il 7%, le maratonete hanno dimostrato statisticamente di saper regolare meglio la loro velocità in due momenti cruciali, ovvero all’inizio e alla fine della gara.
Ma non solo di bravura e di dedizione si può parlare. Perché, osservando la percentuale relativa ai finalisti degli ultimi cinque anni, il numero delle donne è cresciuto del 54,2% rispetto a quello degli uomini, così come quello dei partecipanti al maschile è passato da 136.846 presenze a 166.422 (+21,6%) mentre le quote rosa sono cresciute da 59.073 a 78.771 (+33,3%). Con una curiosa ma sociologicamente interessante postilla. Le signore over 50 hanno incrementato la loro presenza dell’89,7% contro un 54,5% dei signori della stessa età. La conclusione è palese: continuando di questo passo, il sorpasso dei partecipanti donna è solo una questione di tempo.
I segnali sono sotto gli occhi di tutti. Basta guardarsi intorno nei parchi e sulle piste ciclabili per capire quanto la comunità di runners al femminile stiano crescendo anche in Italia e quante manifestazioni podistiche “rosa” vengano organizzate nel mondo. E’ bene che gli uomini inizino a guardarsi alle spalle!
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