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Avon running, in prima fila per le donne

25 Maggio 2015

A volte tendiamo a dare meno di quello che potremmo, a fare un passo indietro per paura di sbagliare o per eccesso di buona educazione, a essere troppo modesti e a metterci volontariamente da parte.

La corsa mi ha insegnato che questo tipo di atteggiamento è perdente. Non ti aiuterà mai a migliorare o a superare i tuoi limiti. In questi mesi, ad esempio, ho capito che non sono una runner da 10 chilometri in un’ora. Posso fare di più, perché mi alleno bene e il fisico mi assiste. Basta solo volerlo. E l’aiuto di qualcuno che corra al mio fianco, come Silvia e Manuela in occasione dell’ultima edizione dell’Avon running, è fondamentale.

Ci deve però essere qualcosa a innescare questo meccanismo. Eventi fortuiti capaci di far scattare un moto d’orgoglio, un picco di autostima, una ritrovata consapevolezza. Eventi che ci regalano una forza di cui non pensavamo di essere capaci.

Nel mio caso, l’esempio di donne intorno a me che hanno saputo superare momenti difficili con coraggio è stato fondamentale. Mi sono resa conto di essere una privilegiata sotto tanti punti di vista e ho deciso di cavalcare l’onda di questo privilegio, mettendo da parte ogni esitazione e senza accampare scuse inutili.

Ed è per tutte queste donne e amiche coraggiose che, domenica scorsa, ho corso l’Avon running, la prima corsa collettiva a cui ho partecipato in assoluto nella mia vita, e perciò appuntamento al quale, per tradizione, non posso mancare.

All’ultima edizione siamo state in 10 mila a calpestare le strade del centro di Milano, tappa conclusiva dell’Avon running tour 2015, suddivise tra la 10 km competitiva e non competitiva e la 5 km aperta a tutti.

Scopo dell’iniziativa, raccogliere fondi per la Fondazione Ieo e per la Fondazione Centri giovanili Don Mazzi, due realtà per le quali vale la pena muovere ben più di un passo. Tema caldo di quest’anno era anche alzare la voce contro la violenza sulle donne. A questo proposito, tra gli ospiti speciali, c’era Ivana Di Martino, la coraggiosa protagonista di Rexist run, la corsa che l’ha vista attraversare l’Italia da Ventimiglia fino a Muggia per un totale di 700 km in otto giorni. Impresa estrema finalizzata a dimostrare il coraggio di resistere al tentativo di violenza subito a Milano sei mesi fa, proprio mentre correva sul Naviglio.

La mia piccola impresa era concludere la corsa nel tempo che mi ero prefissata. Ci sono riuscita e sono arrivata alla fine che avrei corso altri 10 km a quel ritmo. E mi sono pure detta che avrei potuto osare ancora di più. Ma nessun rimpianto. Ho capito che bisogna lottare e non avere paura di soffrire. Alla fine, tutto ciò che ci tempra nella vita, ci fa diventare più forti. E lo sport è molto educativo in questo senso.

Lo sport ci aiuta a imparare a essere combattenti di prima fila, lasciando agli altri una posizione nelle retroguardie. A noi la scelta di essere in testa o in fondo alla classifica.

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