Ogni volta che suona la sveglia, per me, è un trauma. Invidio gli amici capaci di alzarsi dal letto all’alba radiosi, pieni di energie e pronti per un saluto al sole alle 6 del mattino. Normalmente, mi capita di maledire la sveglia, trascinarmi come uno zombie fino al bagno, sciacquarmi la faccia ancora segnata dalle pieghe del lenzuolo e, se ho in programma un allenamento, vestirmi con gli abiti preparati la sera prima, mettermi le cuffie dell’iPod storte e uscire con il mascara sbavato intorno agli occhi, correndo il riscaldamento in coma per riprendermi solo dopo la prima ripetuta. Dalla mia ho una scusante: quella di finire molto tardi di lavorare e di avere un fuso orario spostato in avanti di due ore rispetto alla media delle persone. Credo però di non essere geneticamente predisposta ai risvegli di primo mattino. Ne ho avuto la conferma leggendo alcuni articoli relativi all’esistenza di un gene, chiamato PER3-Period circadian clock, fondamentale per regolare il ritmo sonno veglia e l’orologio biologico interno del corpo. Mi sono convinta di avere questo gene settato sulle otto ore di sonno e di non poter lottare contro un’evidenza scientifica.
Inoltre ho eseguito un curioso test online, sviluppato dal medico statunitense Michael J. Breus per scoprire la mia posizione all’interno di una particolare classificazione di cronotipi. Secondo il test, sarei un orso, categoria che raggruppa circa il 50% della popolazione. Caratteristica degli orsi, in natura, è quella di cacciare durante le ore di luce e di essere spinti da un forte stimolo a dormire (fosse per me, infatti, andrei in letargo tutto l’inverno). Poi ci sono i lupi, che rappresentano il 15-20% della popolazione e che, da veri cacciatori notturni, hanno uno stimolo medio a dormire. Ci sono i delfini, che dormono solo con metà del cervello, lasciando l’altra metà all’erta per difendersi dai predatori. Questa categoria identifica chi soffre di insonnia e ha un basso impulso a dormire. Infine, ci sono i leoni, animali che si alzano presto per cacciare e che inquadrano persone che hanno uno stimolo medio a dormire.
La mia attitudine ha una ripercussione diretta anche sugli allenamenti. Quando mi alleno in settimana, quindi la mattina appena sveglia, mi rendo conto di fare più fatica a rientrare nei tempi delle tabelle che mi vengono assegnate, mentre rendo in maniera ottimale negli allenamenti a cavallo dell’ora di pranzo o la sera. Sono reattiva, efficiente e il mio corpo risponde in maniera elastica.
Ma qual è, in definitiva, l’ora migliore per allenarsi?
Credo che, appunto, ognuno di noi abbia una predisposizione naturale a rendere meglio in determinati momenti della giornata, ma pare esistano delle regole di massima valide per tutti.
Correre presto, al mattino, non sarebbe la soluzione ideale a livello fisico. Tutte le funzioni corporee, infatti, non sono al top appena svegli. La temperatura corporea è più bassa e questo comporta il rischio di infortuni muscolari, la funzionalità polmonare non è al massimo e le energie sono penalizzate dalle tante ore di digiuno trascorse dal pasto serale.
Correre a ora di pranzo è la scelta ideale per molte persone che lavorano. Questo, però, ha i suoi pro e i suoi contro. Il pro maggiore è quello di garantire una ricarica di energie per la seconda parte della giornata, il contro è quello di avere poco tempo da dedicare all’allenamento e di rischiare di saltare il pasto o alimentarsi male e troppo rapidamente. Parrebbe, inolte, che, tra le 12 e le 15, le funzionalità corporee non abbiano ancora raggiunto il loro picco.
Correre il tardo pomeriggio e la sera, invece, sarebbe l’ideale. In questo momento della giornata, la temperatura corporea è al suo picco e i muscoli sono molto più reattivi. La difficoltà maggiore sarebbe quella psicologica, ovvero mettersi nell’ottica di fare sport dopo una lunga giornata di lavoro.
Giudizi scientifici a parte, una cosa è chiara: correre e fare attività è meglio che stare fermi del tutto. Quindi, che possiate allenarvi il mattino, a ora di pranzo, il pomeriggio o la sera non fa poi tanta differenza. L’importante è non lasciarsi sedurre dal fascino diabolico del divano ma concedersi sempre un buon riposo durante le ore notture per permettere al corpo di rigenerarsi e arrivare in perfetta forma al momento dell’esercizio.
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