Ogni volta, la Wings for life world run è stata capace di regalarmi emozioni forti e dalle sfumature differenti. Questo perché la Wings for life world run non è una gara come tutte le altre. A partire dal formato, che lascia aperta un’incognita sul numero di km che si riusciranno a percorrere, fino allo scopo della manifestazione in sé, ovvero sostenere la ricerca sulle lesioni al midollo spinale.
Quest’anno, in particolare, devo ammettere che la Wings for life world run è stata per me una grande sorpresa. La sorpresa di correre oltre la mezza maratona, quando avevo programmato di fermarmi al 18° km, e la sorpresa di aver avuto accanto a me una squadra di persone, conosciute e non, che hanno tenuto alta la bandiera di Fashion Running.
Da Dario, in pista nonostante il Triathlon olimpico del giorno prima sulle spalle, passando per l’immancabile Paride con tanto di fratello, l’avventuriero Aldo e sua figlia Lavinia, e Lisa, che mi ha fatto da lepre fino al 14° km. Un plauso particolare però va a Ottavio, il fashion runner più veloce di questa edizione. La sua storia merita di essere raccontata, al pari della sua performance (47,02 km corsi prima di essere superato dalla Catcher car e un posizionamento come secondo nella categoria M45, superato solo da Giorgio Calacaterra!). Una storia che ha il sapore di rivincita, in quanto Ottavio, nel 2011, ha lottato contro una pancreatite acuta, restando in bilico per 103 giorni fra la vita e la morte e trascorrendo più di 3 mesi nel reparto di rianimazione dell’ospedale Manzoni di Lecco, in gran parte sedato. La corsa ha rappresentato per lui uno strumento di riscatto e di rinascita. Dal 2015, Ottavio corre per sostenere la ricerca “targata” Irccs Mario Negri e oggi è un podista capace di chiudere la mezza maratona in meno di un’ora e mezza e la maratona sotto le tre ore. La sua storia mi ha subito colpita e sono stata felice che abbia deciso di correre con me, sottolineando la sua abitudine di raccontare ai compagni di squadra che se: “non sempre si può essere i più veloci, almeno si può cercare di essere i più belli!”. Complimenti davvero al grande Ottavio.
Eccomi insieme a Ottavio (a sinistra) e Paride (a destra)
E complimenti al vincitore di questa edizione, Aron Anderson, atleta svedese in sedia a rotelle che, con l’incredibile distanza di 92,14 km percorsi con la sola forza delle sue braccia, ha polverizzato tutti i record della manifestazione tra le sabbie del deserto di Dubai. Secondo classificato nel ranking globale e vincitore in Italia, è stato invece il polacco Bartosz Olszewski che, con i suoi 88,06 km percorsi davanti alla Catcher car, lascia così imbattuto il record italiano di Giorgio Calcaterra (88,44 km, che gli erano valsi il titolo mondiale 2016), straordinario atleta arrivato quest’anno al quarto posto nella classifica mondiale con 87,15 km. Per la categoria femminile, la vincitrice in Italia è l’austriaca Cornelia Moser, che ha percorso 62,37 km. A conquistare il titolo di campionessa del mondo è stata, infine, la polacca Dominika Stelmach, che ha gareggiato in Cile: con la distanza record per la categoria femminile di 68,21 km, è stata l’ultima atleta donna in tutto il mondo ad essere raggiunta dalla Catcher car.
Aron Anderson
Ma veniamo ai numeri della manifestazione. A Milano, i runner iscritti sono stati 4.500. Nel mondo, invece, le iscrizioni sono state 55.288 che, insieme alle donazioni e alle sponsorizzazioni, hanno permesso di raccogliere 6,8 milioni di euro, interamente devoluti alla Fondazione Wings for life, impegnata a finanziare progetti internazionali di ricerca per trovare una cura sulle lesioni al midollo spinale.
L’appuntamento con la Wings for life world run è per il 6 maggio 2018. Le preiscrizioni sono già aperte sul sito www.wingsforlifeworldrun.com. Spero che il prossimo anno siate ancora più numerosi a condividere con me questa avventura.
Giorgio Calcaterra
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