Qualche giorno fa l’episodio di un runner che ha spinto una passante a Londra, facendola cadere a terra, è stato lo spunto per criticare, a volte gratuitamente, chi pratica questo sport.
Tutti a tuonare la mancanza di rispetto, vera in questo caso, dei runner nei confronti dei passanti.
Fermo restando che non è giustificabile che un runner compia un gesto del genere, cosa dovremmo dire allora, noi che corriamo, dell’atteggiamento spesso totalmente irresponsabile che alcuni autisti, pedoni e ciclisti hanno nei nostri confronti?
Questa riflessione nasce dopo una lunga corsa lungo la pista ciclo-pedonale (e sottolineo pedonale) di Sanremo, dove mi trovo in vacanza.
Oggi sono uscita alle 8 con in programma un lento di due ore. Due ore vissute pericolosamente, non a causa del mio passo, davvero calmo per via del sole e dell’afa, ma per colpa di qualcuno che ho incontrato lungo la strada. A partire dalla pattinatrice, che quasi mi ha tirato un calcio sugli stinchi da quanto mi è sfrecciata a filo, passando per un altro runner che credeva evidentemente di essere al traguardo della maratona della sua vita e si è infilato tra me e un’altra persona spingendoci goffamente, fino alla signora in bicicletta con il telefonino in mano che ha sbandato rischiando di venirmi addosso e facendomi infilare il piede in una buca con il pericolo di prendere una storta.
Queste due ore di corsa a ostacoli mi hanno fatto venire in mente anche un altro episodio. Lo scorso inverno correvo con una mia compagna di squadra lungo la ciclabile del Naviglio di Milano. All’altezza di Corsico ho sentito un tonfo alle mie spalle. Mi sono girata e ho visto una donna in bici da corsa, stesa a terra. Le sono subito andata in soccorso, come l’uomo che stava pedalando con lei e si trovava poco più avanti. La donna era finita contro una panchina ed era caduta rovinosamente in avanti. Quando l’uomo le ha chiesto cosa fosse successo, la donna mi ha indicata e ha detto: “Stavo guardando lei“, quasi fossi stata io la causa della sua caduta. Io che nemmeno l’avevo vista. Io che correvo davanti, tenendo fermamente la mia traiettoria. Io che la stavo soccorrendo in quel momento…
Tutto questo per dire che noi runner pecchiamo, alle volte, per avere poco rispetto verso gli altri ma siamo allo stesso tempo vittime della maleducazione e dell’arroganza di ciclisti, pedoni e autisti distratti. Quindi, prima di darci addosso per un episodio isolato, i non runner dovrebbero domandarsi il perché di tanta cattiveria nei nostri confronti. Forse si tratta semplicemente di una totale mancanza di senso civico generale. Siamo in tanti ma il mondo è grande e c’è spazio per tutti. Nei parchi, nelle città e persino lungo le piste ciclo-pedonali. Lasciateci, per favore, correre in sicurezza. Noi vi lasceremo passeggiare, pedalare, pattinare e guidare secondo le buone regole del codice della strada e nel segno del rispetto reciproco.
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