Oggi per una donna poter correre liberamente in un parco o partecipare a una gara è qualcosa di scontato. Cinquant’anni fa le cose andavano ben diversamente. La partecipazione di Kathrine Switzer alla maratona di Boston nel 1967 suscitò un vero scandalo perché le corse erano letteralmente “proibite” alle donne.
Combattendo ogni pregiudizio, la coraggiosa atleta ha dato il via libera a un movimento di corsa al femminile che ha assunto più sfaccettature, dalla vera e propria competizione al puro divertimento.
Ed è proprio Kathrine Switzer ad aver dato vita lo scorso anno, in occasione del 50esimo anniversario dalla storica maratona di Boston, a 261 Fearless: un movimento internazionale che si fonda su principi di aggregazione, divertimento e condivisione per affrontare e combattere le paure e i pregiudizi attraverso la corsa non competitiva e l’attività di aggregazione.
Quante donne non escono a correre perché sono sole o perché si vergognano di farsi vedere in tuta da ginnastica? Oppure perché si sentono troppo grasse, troppo magre, sono reduci da malattie, sono sole o anche, semplicemente, pigre?
La buona notizia è che, da maggio, esiste anche in Italia un 261 Fearless Club. A gestirlo è Greta Vittori, nel ruolo di coach e presidente. “Ho intervistato Katherine per la mia rubrica di running su fashiontimes.it“, ha raccontato Greta, “e ho scoperto l’esistenza di questa fondazione no-profit. Visto che non avevano un club in Italia, mi sono proposta di farmene portavoce, ho fatto il corso in UK ed oggi eccomi qua!”
La prima sessione ufficiale di corsa ha preso il via 5 maggio ore 10.30. A cadenza settimanale sono state organizzate uscite ogni sabato mattina alle 10.30 dallo store Pacer in via Pacini 28 a Milano, dove è possibile lasciare borse, cambiarsi, avere un servizio di babysitting su richiesta e, dopo un brief iniziale, fare attività fisica che comprende la corsa lenta alternata alla camminata, giochi con elastici, palloni, interazioni che permettono di fare attività fisica e movimento senza rendersene conto, di conoscere nuove persone e, per un’ora alla settimana, di non pensare a nulla se non a se stesse e condividere con altre persone la medesima passione.
“L’obiettivo che mi sono prefissata è quello di organizzare altre uscite settimanali anche in zone diverse di Milano, in Parco Sempione ad esempio, e creare un network che permetta un tam tam mediatico attraverso i social e il passaparola”, ha proseguito Greta. “Ora sto cercando il supporto sia di sponsor sia di persone che abbiano voglia di mettersi in gioco e di fare parte di un gruppo eccezionale a livello internazionale”.
Per scoprire qualcosa di più su 261 Fearless Italia, è possibile consultare il sito www.261fearless.org nella sezione Italia, oppure i profili Facebook (261fearless club italia), twitter (@261fearlessclubitalia) e Instagram (261fearlessclubitalia). Oppure scrivere a: greta@261fearlessclub.it
“Il mio sogno? Invitare la stessa Katherine a Milano”, ha concluso Greta. Noi tutti le auguriamo di realizzare presto il suo grande desiderio.
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