“Ma chi me l’ha fatto fare?”. Questa domanda si rincorre con insistenza da qualche giorno a questa parte. Il richiamo della maratona di New York comincia a farsi insistente. Mancano meno di tre mesi al grande giorno e, mentre la maggior parte dei runner è ancora in fase di scarico, io sto iniziando a fare sul serio.
Se finora ho corso per “mantenimento” con ripetute brevi durante la settimana, adesso è arrivato il momento di seguire una tabella specifica. Nell’ultimo mese, in realtà, ho iniziato a costruire la base di resistenza con allenamenti lenti incrementati di 2k ogni settimana: 12-14-16-18-20-22. Domenica scorsa, visto che sono in vacanza a Corfù, sono stata “graziata” con un 18k di saliscendi belli tosti. La prossima domenica, invece, i chilometri saranno 25.
La variabile che sta pesando di più su di me è sicuramente quella del caldo, che ho sofferto parecchio durante luglio e che temo dovrò soffrire ancora ad agosto, mese che trascorrerò perlopiù al mare. Ma so che questo mi rafforzerà in vista dell’arrivo dell’autunno quando le temperature saranno decisamente più favorevoli agli allenamenti. Già il primo lunghissimo (30k) dovrei correrlo in montagna l’1 settembre, in occasione della Marcialonga running (26k in gara + 4K pre-gara). Il secondo (34k) sarà da piazzare tra la metà e la fine di settembre e il terzo (38k) è in calendario per la seconda domenica di ottobre. Ebbene sì, il mio coach è del parere che in allenamento si debba arrivare a correre 38k. Due anni fa, per Firenze, me li sparai una domenica di mega diluvio e questo fu propedeutico a una gara funestata da cascate d’acqua.
Il lungo è il lungo e va rispettato. Per il resto, al momento sto correndo solo tre volte alla settimana. Durante i mesi di settembre e ottobre spero di riuscire a rispettare le quattro uscite a fronte di grandi sacrifici dato che il lavoro sarà pesante da gestire (settembre è mese di sfilate e andrò a New York e a Parigi) insieme alle questioni familiari. In questo senso, la corsa servirà come gancio con la realtà e come nutrimento per l’io vitale.
Gli amici che mi vedono tornare anche dopo un duro allenamento, infatti, si stupiscono di come il mio viso assuma un’espressione di gioia e di rilassatezza dopo lo sforzo. La corsa è capace di regalare un’energia vitale indescrivibile a chi non la conosce. È questa energia che mi condurrà, passo dopo passo, su quella mitica linea del via sul ponte di Verrazzano. Quando mi tremeranno le gambe per l’emozione e gli ultimi tre mesi mi torneranno alla mente come un piacevole ricordo.
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