Quando prepari la tua prima maratona navighi in uno stato di incoscienza che ti porta a vivere l’allenamento settimana dopo settimana con l’attesa di quello che verrà. Quando invece sai già cosa vuol dire preparare una maratona tutto cambia. Sai che i tuoi week end saranno dedicati ai lunghi e sai che esistono anche i lunghissimi. Quegli allenamenti che non vorresti mai vedere in tabella, per intenderci, ma che ci sono. Ci sono eccome…
Il mio primo lunghissimo, di 30k o poco più, l’ho corso domenica 1 settembre in montagna. Occasione felice è stata la 17esima edizione della Marcialonga Running, gara che si snoda tra la Val di Fassa e la Val di Fiemme, da Moena a Cavalese per l’esattezza, passando per Predazzo. Una 26k che parte con una pericolosa discesa di 10k, dove rischi di andare troppo veloce facendoti prendere dall’entusiasmo (presente!), prosegue a fondovalle tra prati e paeselli in un movimentato saliscendi e si conclude con 4k di simpatica salita, subito dopo aver superato lo scoglio della mezza maratona!
Le indicazioni del coach erano chiare: 6/7k di riscaldamento pre gara e di corsa fino all’inizio della salita. Poi camminata/corsa con lunghe pause. Insomma, una passeggiata…
Il sabato vado a dormire prestissimo per me, poco prima delle 11, e passo una notte tormentata per vari motivi. La sveglia suona alle 6, alle 7 sono sull’autobus che mi porterà a Moena in circa 40 minuti. L’aria è piacevolmente frizzante anche se le previsioni indicano un aumento della temperatura e molta umidità ma non pioggia per fortuna. Arrivata all’Expo, vado a fare pipì almeno due volte per l’emozione, calcolo i tempi per arrivare al filo della partenza e inizio il riscaldamento lungo il percorso della gara: 3k in discesa e 3, simpatici, chilometri in salita. Lungo il percorso trovo solo dei keniani, tra cui probabilmente il vincitore della gara, che si stanno riscaldando. Gli stessi che poco dopo ritrovo in griglia insieme a Dario, Manuela e Karen perché l’ufficio stampa di Marcialonga ha riservato per noi un pettorale in prima griglia (tempo di passaggio alla mezza stimato in 1h16 ahahah). La prendiamo con filosofia e partiamo ai lati lasciando i velocissimi prendere terreno. Anche io parto un po’ veloce per il mio ritmo sui 30k, senza accorgermene. Il paesaggio intorno a me è troppo bello e il tempo mi sembra volare: vedo pini, ruscelli, vette, ponticelli e casette da presepe. Al 13esimo chilometro ci sono pure dei deliziosi cavalli di montagna.
Così per me 20k, due terzi dell’allenamento, passano senza sofferenza.
Subito dopo però inizio a sentire la fatica e a perdere velocità. Mi fermo a ogni ristoro diversi secondi (cosa che non faccio mai in gara), bevo ogni volta quasi una bottiglia d’acqua, mi strizzo addosso le spugne degli spugnaggi perché inizio a patire il caldo. Mollo Manuela che, pur non avendo lunghi alle spalle, riesce a viaggiare più di me.
A tenere vivo il mio entusiasmo è però il tifo delle persone, soprattutto nei confronti delle donne. Ringrazio sempre tutti, a partire dai volontari gentilissimi tra cui tanti bambini.
Arrivo alla mezza maratona, corro bene ancora un km e poi inizia la salita. Il primo pezzo è davvero duro, sotto il sole e sull’asfalto. Cerco di corricchiare finché il Garmin scandisce i 30k. Lì mi fermo. Sono in tanti a camminare. Chiacchiero con i miei vicini, sorridendo su quanto siano lunghi i chilometri se vengono camminati! Cerco di non pensare in realtà ai dolori che mi assalgono le gambe, sfiorando un crampo al polpaccio destro. Poco prima dell’arrivo però non resisto e mi rimetto a correre. Ci sono delle ragazzine della staffetta vestite da ballerine e, per un minimo di decenza, faccio di tutto per superarle. Vedo il traguardo e lo taglio felice.
Mi assale una sete incontrollabile e il dolore alle gambe si irradia come spine pungenti. Quando penso che il primo lungo è andato, però, la fatica diventa subito un ricordo.
Oggi sono qui a leggere la classifica della gara e a indagare sui nomi di chi l’ha vinta: Ronald Ngigi Kariuki per gli uomini in 01:24:22 e Jane Wanja Nganga per le donne in 01:38:16. La mia testa è già pronta per il prossimo lunghissimo che mi aspetterà tra un paio di settimane.
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